imarzianisiamonoi

MI SCUSI, A CHE ORA PASSA LA NAVETTA PER MARTE?

In Uncategorized on settembre 26, 2012 at 12:56 PM

Prepariamoci al primo reality show in diretta da Marte.

Ma prima andiamo prima per gradi.

Il 2012 è stato definito LA PRIMAVERA DEL VOLO SPAZIALE. E proprio a partire dallo scorso maggio hanno preso il via una serie di progetti – quasi tutti finanziati da privati – per la colonizzazione di Marte, dove al momento si trova Curiosity.

(il primo contatto di Curiosity)

Ma, come dicevamo, andiamo per gradi e vediamo chi c’e’ in gara per portare vita umana non solo su Marte ma anche sulla Luna.

Il 29 maggio la Sierra Nevada Corporation  ha completato il primo test di volo assistito del proprio veicolo suborbitale: il Dream Chaser.

Pochi giorni prima, XCOR Aerospace ha annunciato di aver completato i test della pompa dell’ossigeno liquido della propria navetta suborbitale: il Lynx. Excalibur Almaz ha annunciato di avere in programma lanci verso la stazione spaziale internazionale e verso l’orbita lunare.

Nello stesso periodo Virgin Galactic ha ricevuto l’autorizzazione a effettuare lanci sperimentali della sua SpaceShipTwo da parte della Federal Aviation Administration.

 

Il 30 maggio  Moon Express ha annunciato di aver comprato la Next Giant Leap, LLC realizzando così la prima acquisizione di una compagnia partecipante al Google Lunar X PRIZE (un premio da 30 milioni di dollari per la prima compagnia privata in grado di inviare autonomamente un lander robotico sulla luna).

Il 31 Blue Origin ha annunciato di aver completato un importante controllo dei sistemi del proprio veicolo orbitale.

A tutto questo bisogna aggiungere l’annuncio dei giorni scorsi della Planetary Resources e il fatto che da qualche settimana è partita la fase di test del motore ibrido jet/razzo “Sabre”, uno dei componenti chiave dello spazioplano britannico Skylon.

Ed eccoci finalmente alla notizia che annuncia la progettazione del primo – spettacolare -avamposto umano su Marte. Bisogna solo aspettare il 2023 per assistere a quello che il suo fondatore definisce:  “l’evento mediatico che farà impallidire il Grande Fratello”.  

In questa vera e propria primavera del volo spaziale privato si inserisce il recente annuncio della costituzione di Mars One (qui il sito ufficiale): una compagnia olandese il cui ambiziosissimo obbiettivo è di realizzare un avamposto umano sul pianeta rosso entro il 2023. La compagnia che al momento è impegnata a raccogliere fondi per il progetto, dovrebbe inviare già nel 2018 un rover per scegliere il punto ideale dove costruire l’insediamento marziano. In seguito, dopo altre missioni preparatorie dedicate alla realizzazione dell’habitat, nel 2022 dovrebbero partire  alla volta di Marte i primi 4 astronauti umani. Una novità è che per autofinanziarsi la compagnia ha intenzione di trasformare la missione nel più grande evento mediatico di tutti i tempi: Bas Lansdorp, l’imprenditore fondatore della società lo definisce come “l’evento mediatico che farà impallidire il Grande Fratello”.

(mr. Bas Lansdorp)

 

Una sorta di reality show prolungato seguito in mondovisione. Un altra particolarità del progetto è che gli astronauti non faranno mai ritorno: per diminuire i costi la missione sarà infatti di sola andata, gli uomini e le donne inviati in missione saranno volontari disposti a non fare mai più ritorno sulla Terra. In effetti, l’obiettivo a lungo termine è proprio di colonizzare gradualmente il pianeta; ogni 2 anni verranno inviati altri aspiranti marziani e l’avamposto comincerà a diventare una colonia sempre più autosufficiente.

(simulazione del progetto MARS ONE)

Forse è inutile commentare la notizia con frasi retoriche, citando ‘la società dello spettacolo’, la coscienza virtualizzata, la dipendenza dal vecchio ma sempre gettonatissimo tubo catodico (inteso in tutte le sue declinazioni e assuefazioni da) o la caduta degli dei. Alla fin fine questo siamo, una massa di maldestri curiosi, morbosi egoisti bisognosi di attenzione. Ecco perché mr. Lansdorp non ha torto a proporre un piano così discutibile di promozione per quel suo viaggio senza ritorno. Qualche anno fa (1997) un film di altissimo livello ‘Gattaca – la porta dell’universo’ portava su pellicola il sogno di volo dell’ Icaro tecnologico. Semplificando di molto la trama, si tratta in sintesi della competizione di un gruppo di giovani che vogliono conquistarsi un posto sulla navetta che andrà su Titano. Peccato che quei ragazzi – solo nel film, per il momento – fossero selezionati secondo le regole dell’ingegneria genetica che divide gli esseri umani in Validi (concepiti in provetta col DNA manipolato) e Non Validi (gli altri, quelli nati col vecchio sistema), considerati dei paria.

(Gattaca: capitolo Aspettativa di vita)

Mi domando solo come mr. Lansdorp selezionerà i vari icaro del suo reality in onda in mondovisione dal 2023. Con riassunti quotidiani rigorosamente trasmessi in fascia prime time, deduco.

Simulando una risposta al titolo di questo articolo:

Certo signorina, dovrebbe passare tra un’ora. Ha con se il documento di viaggio? Altrimenti può acquistarlo qui all’angolo, per soli 500mila* dollari.

*(è quanto si stima potrà costare realmente a un privato il biglietto del suo viaggio spaziale)

FONTI:

– http://scienzadifrontiera.blogspot.it

– http://www.tecnocino.it

– http://www.nextme.it

– http://www.ilquotidianoitaliano.it/

IO “VENGO DALLA LUNA”

In Uncategorized on luglio 10, 2012 at 2:22 PM

I retroscena dell’allunaggio

e gli avvistamenti UFO

9 gradini. 9 minuscoli gradini separavano l’uomo dalla Luna. Il 39enne Armstrong li scese, tirò la cordicella che attivava la telecamera e le prime immagini vennero ricevute dal Goldstone Deep Space Communications Complex, negli USA. Poi in leggera differita passarono sul normale circuito televisivo, grazie al radiotelescopio del Parkes Observatory, Australia.

600 milioni di persone rimasero incollate alla tv. Un record di ascolti ancora oggi insuperato.

Quando il piede sinistro di un uomo lasciò un’impronta sulla superficie lunare erano le 4 e 57 (ora italiana) di un mattino d’estate del ’69.

Tre astronauti componevano l’equipaggio della missione Apollo 11: Neil Armstrong, il primo a scendere dal modulo lunare Eagle. Subito raggiunto da Edwin Buzz Aldrin. E Michael Collins che rimase invece in orbita attorno al satellite.

Celebre la frase di Armstrong: “One small step for man. One giant leap for mankind”. Ma le prime parole pronunciate da un uomo sulla Luna sono state altre: “Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata”.

In Italia erano da poco passate le 22 e 17 del 20 luglio 1969.

Protetti da una tuta spaziale e inforcato lo zaino di sopravvivenza (38 kg), gli astronauti passeggiarono sulla superficie “fine e polverosa” del suolo lunare per circa 2 ore e mezza.

Un viaggio che complessivamente, tra andata e ritorno, durò 9 giorni. Come il numero di gradini che, una volta scesi, cambiarono il corso della storia.

Una storia messa in dubbio dall’assenza di fotografie che ritraggono Armstrong sulla Luna. Dalla mancanza di stelle nella volta lunare. E dall’incredibile diretta tv.

Andiam per ordine: le foto pare non siano state diffuse  perché non erano ‘belle’ come quelle che Neil scattò a Buzz.  E le stelle non viste dalla Luna? Un problema di esposizione. Così dissero. Ma resta ancora stupefacente accettare che una cordicella, una minuscola cordicella, permise a 600 milioni di telespettatori di vivere con gli astronauti l’emozione della diretta. Quella minuscola cordicella che tirò Armstrong per mettere in azione la telecamera.

Quelli che sostengono la tesi del bluff, parlano di un mockumentary  girato in gran segreto dentro  uno studio americano.

Invece, a dare man forte a chi afferma che le cose andarono proprio come si racconta, si mette un nutrito gruppo di detective stellari con audaci particolari. Questo è l’esito della loro indagine:  il giorno che precedette l’allunaggio, mentre  Aldrin  stava controllando le apparecchiature, tra cui la cinepresa da 16 mm, all’improvviso apparvero degli Ufo. Che Buzz riprese: http://www.youtube.com/watch?v=XlkV1ybBnHI

C’è poi Edgar Mitchell, il sesto uomo che pose piede sulla Luna, che invita – lo ha fatto di recente – a chiedere alla Nasa tutta la verità sugli Ufo.

La tesi degli ufo non convince? La diretta è stata un bluff? Puntare dei laser verso i luoghi di atterraggio di Apollo 11, 14 e 15. Lì c’è un riflettore che ancora oggi viene usato per misurare la distanza Terra-Luna. Così dicono.

Oppure, attendere il 2020: anno in cui, secondo la Nasa, verrà creata la prima base lunare.

Ancora scettici? Attendere la costruzione di una base qui da noi. Certo sarà un po’ difficile assistere all’atterraggio in diretta: i mezzi di comunicazione potrebbero essere incompatibili o forse l’evento ha già avuto luogo centinaia, migliaia di anni solari fa. Ma questa è un’altra storia che sarebbe più corretto ascoltare dalla fonte. Detective al lavoro.

 «Ho nostalgia della mia luna leggera/ ricordo una sera/ le stelle di una bandiera ma/ era/ una speranza/ era/ una frontiera/ era/ la primavera di una nuova era/ era».

Un estratto della canzone “VENGO DALLA LUNA” di Caparezza

* Le immagini inserite nell’articolo mostrano l’allunaggio dell’Apollo 11 e i dettagli che smascherano  il presunto Ufo fotografano nelle successive missioni.

Pubblicato su N.5 del MENSILE VIVESSERE| rubrica I MARZIANI SIAMO NOI

SIGNS

In Uncategorized on Maggio 22, 2012 at 2:12 PM

Alla scoperta di tracce e simboli (alieni)

tra burle, segnaletica e street art

PARTIAMO DALLE ORIGINI: LA PAROLA SIMBOLO DERIVA DAL GRECO “SYMBOLON” IL CUI VERBO SIGNIFICA  “METTERE INSIEME”. NELLA GRECIA ANTICA SI TAGLIAVA IN DUE UN ANELLO E LA METÀ VENIVA DONATA ALL’AMICO, O ALL’OSPITE. COSÌ, DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE, OGNUNA DELLE PARTI POTEVA RICONOSCERSI IN UN LEGAME CON L’ALTRA ATTRAVERSO QUEL SIMBOLO. MA I SIGNIFICATI COL TEMPO SI ARRICCHISCONO DI SFUMATURE ED ECCO CHE LA PAROLA INIZIA A VOLER DIRE ANCHE: “INDOVINARE DA OSCURI ACCENNI”.

Oggi, in un’epoca come la nostra, caratterizzata da pluralismi culturali – sociali, etnici e religiosi – la tematica dei simboli è fonte di continui approfondimenti. Se poi non ci si ferma alla terra che abbiamo sotto i piedi e si guarda oltre la volta celeste, allora può essere l’inizio di un grande viaggio: pronti al decollo? Si parte!

Imbocchiamo la strada maestra: in America, percorrendo la  Nevada State Route 375, ci si imbatte in un cartello che segnala l’inizio dell’Extraterrestrial Highway. La segnaletica è posta lì  ad indicare che in quel lembo di terra si sono registrati il maggior numero di avvistamenti extraterresti.

Ora, ipotizzando di sollevarci dal suolo e di viaggiare alla velocità della luce, ci troviamo in un batter d’occhio in Inghilterra, sopra immensi campi di cereali che ospitano gli ipnotici Crop Circles (cerchi di grano, ndr). Sono agroglifi, che qualcuno considera pittogrammi di origine extraterrestre. Le prime apparizioni risalgono agli anni ’70. Figure geometriche complesse ben visibili dall’alto. Tracce aliene? Chi può dirlo. Intanto, a sfatare il mistero è bastata l’ammissione degli artefici di alcune composizioni: i signori Doug Bower, Dave Chorley e John Lundberg che nel 1992, per l’ideazione della loro burla, furono insigniti del Premio Ig Nobel (parodia del vero Nobel per le scoperte inutili, ndr).

Adesso, per non affaticarsi troppo, potremmo avvalerci del teletrasporto e fare un veloce giro del globo alla ricerca degli Space Invaders: no, non vi sto proponendo una partita al videogioco. Avete presente quei mosaici che raffigurano piccoli ufo pixelati, e che si scorgono sui muri dei palazzi? Fateci caso. Diciamo che non sono esattamente opera degli omini verdi, ma di un artista francese che ispirandosi al noto videogame ha invaso la terra lasciando come segno queste tracce di street art. E quando si intende tutto il mondo, è veramente tutto il mondo, guardate la mappa: http://www.space-invaders.com/sominv.html.

Adesso ci siamo meritati una sosta. Perché non approfittare dell’occasione per condividere con un amico le scoperte del nostro viaggio? Propongo di scrivergli una lettera. Attenzione, però, qualcuno leggendola potrebbe prenderci per pazzi. Ma il Martian Language ci viene in soccorso: è un codice di scrittura che circa l’80% dei giovani cinesi, di età compresa tra i 15 e i 20 anni, usa per mantenere segrete le proprie comunicazioni. Imbucata la busta, la nostra avventura continua, ma in maniera soft; eccoci in poltrona davanti al teleschermo per una full immersion nel cinema dei segni (alieni): in Signs, un film del 2002 diretto da M. Night Shyamalan e interpretato da Mel Gibson, ritroviamo i Crop Circles. Anche in Stargate (1994) di Roland Emmerich a segni non si scherza: i simboli sul famoso cerchio sono coordinate spaziali che una volta decifrate permettono l’attivazione della “porta delle stelle” per transitare da un universo all’altro.

SIGNS

STARGATE

(film completo)

Il nostro excursus non poteva che concludersi su altro pianeta: i fisici Paul Davies e Robert Wagner, dell’Arizona State University, sostengono che sulla Luna potrebbero esistere segni di vita extra-terrestre. E invitano tutti gli appassionati ad esaminare le oltre 340mila immagini lunari che sono state scattate dal 2009. Remote sono le possibilità, direbbe lo Jedi di “Guerre stellari”, ma tentar non nuoce: si potrebbero riscoprire antichi legami.

Fonti:

http://www.huffingtonpost.co.uk/2011/12/26/aliens-moon-acta-astronautica-seti-nasa-_n_1170217.html?ncid=edlinkusaolp00000008&just_reloaded=1

http://improbable.com/ig/

http://www.cicap.org

Pubblicato su N.4 MENSILE VIVESSERE| rubrica I MARZIANI SIAMO NOI